giovedì 31 gennaio 2013

Che mal di pancia i rimborsi della regione

Non posso negarlo: la vicenda dei rimborsi ai gruppi consiliari della Regione Lombardia mi procura da ieri un terribile mal di pancia.

Hai voglia dirti che un conto è farsi rimborsare coi soldi pubblici il ricevimento di nozze della figlia e altro conto è pagare gli abbonamenti a Repubblica e Corriere della Sera per il gruppo.

Certo è che mi accorgo di essere sul punto di farmi prendere da un feroce attacco di qualunquismo, quello che poi ti porta a pronunciare la famigerata frase: "sono tutti uguali".

E allora, poichè non penso affatto che siano tutti uguali e voglio provare a capire e distinguere (prima che lo faccia la magistratura tra quattro o cinque anni) tra onesti, disonesti e semplici imbecilli, mi avventuro nello studio della legislazione lombarda in materia di rimborsi ai gruppi consiliari.

Sebbene faccia l'avvocato da una ventina d'anni e sia quindi piuttosto allenata a vagare tra le leggi, dopo un'ora trascorsa in rete e nel sito ufficiale della Regione, ho abbandonato l'impresa, sconfitta.

Non solo non sono stata in grado di trovare un documento (legge, regolamento, delibera consiliare) che spieghi, esattamente, quali siano le spese rimborsabili e quali invece no, ma, soprattutto, non sono stata in grado di trovare uno straccio di documento, tabella, foglio excel che dica a noi cittadini lombardi esattamente quanti, dei soldi che versiamo in tasse, vadano ai consiglieri regionali che eleggiamo e come, esattamente, vengano da loro spesi.

Eppure penso che a tanti altri come me piacerebbe saperlo.

Il dubbio è che qualcuno non ce lo voglia far sapere.

Io e Bruce


Se il Boss fosse da queste parti suonerebbe per sostenere le forze democratiche e progressiste, per la sinistra di governo.

La sua voce, le sue canzoni e la E Street Band per contribuire ad archiviare anche questa destra (dopo aver contribuito ad archiviare quella di GeorgeW).

Chissà se a giugno, dopo che avremo vinto le elezioni, dedicherà un paio di pezzi alla rinascita italiana.

Scommettiamo?

Io, comunque, ci sarò.


mercoledì 30 gennaio 2013

Donne con Ambrosoli

http://donneconambrosoli.wordpress.com/2013/01/29/marzia-giovannini-candidata-a-varese-sinistra-ecologia-liberta-sel/

Legalize Love


Monti e la guerra dei libri scolastici

Leggo stamattina dai giornali che Mario Monti, col decreto sviluppo di dicembre, per favorire la lobby degli editori che da anni segnala gravi cali di vendite, ha deciso di congelare il provvedimento a suo tempo adottato dalla Gelmini in forza del quale le scuole sarebbero state costrette ad adottare gli stessi libri di testo per almeno sei anni nelle scuole medie e superiori e per cinque anni nelle scuole elementari.

Dal prossimo anno scolastico, perciò, ogni scuola sarà libera di adottare qualsiasi libro di testo e di sostituirlo ogni anno.

Premesso che, tra tutte le lobbies, se ce n'è una che mi sta simpatica è proprio la lobby degli editori.
Adoro i libri e vorrei che scrittori, editori e librai prosperassero.

Ma in tutti questi anni io - e come me, credo, la maggior parte dei genitori - non mi sono affatto resa conto dell'esistenza di questo provvedimento della Gelmini.

Ho, infatti, tre figli di 18, 14 e 13 anni. Hanno tutti frequentato la stessa scuola elementare, media e, ora, superiore. Talora anche nelle stesse sezioni.
Non mi è però mai capitato di poter riciclare i libri scolastici da un figlio all'altro senza subire tragedie familiari.

Troppo spesso, al rientro la sera dal lavoro, mi sono vista aprire la porta di casa da un figlio che, con l'aria tra il minaccioso e il trionfante, mi comunica che non ha potuto fare gli esercizi di matematica per il giorno dopo perchè, per risparmiare, gli abbiamo rifilato il vecchio libro di testo dei fratelli che, ovviamente, non contiene la pagina degli esercizi assegnati dalla prof.
E allora, senza nemmeno togliere il cappotto, mi tocca correre dai compagni di classe che, avendo genitori più diligenti di noi, hanno libri di testo lindi, perfettamente rivestiti e, soprattutto, aggiornati all'ultimissima edizione. Chiedere in prestito il libro, correre in ufficio a fotocopiare la pagina degli esercizi, restituire il libro al compagno diligente e ... iniziare la vera battaglia.
Tornare a casa e provare a convincere lo studente frenato nella sua formazione matematica da genitori che risparmiano sui libri di testo, che, dopo cena, dovrà rinunciare al suo torneo di play station per fare gli esercizi di matematica.

Perciò, se è vero, come titola Repubblica di oggi, che "scatta la rivolta delle famiglie contro il provvedimento di Monti che autorizza libri di testo nuovi ogni anno", io ci sarò
In prima linea.


martedì 29 gennaio 2013

Mario Monti l'europeo



Strano modo di concepire la modernità del paese: quando si tratta di fisco, lavoro e quattrini (dei cittadini) non si può che adeguarsi alle politiche imposte o gradite dai paese europei e dalla comunità internazionale. 
Quando si parla di diritti degli individui, l'Europa non conta più. 

Mario Monti, il tecnocrate, a suo agio presso le cancellerie di Londra, Berlino e Parigi, svanisce. Al suo posto un italianissimo benpensante, un po' grigetto, timoroso di perdere l'appoggio di santa romana chiesa. 

Credo che nell'anno del signore 2013 una forza politica che si candida a guidare il paese non possa, su temi di questa rilevanza, limitarsi ad affermare che il parlamento potrebbe legiferare: dovrebbe avere il buon gusto di comunicarci come voterebbero i suoi rappresentanti in parlamento e, in sostanza, che cavolo di idee ha in materia

Se no è una furbata e non vale.

Il contratto di Monti: meno Imu, Irap e Irpef


Se non ricordo male, il professore giustificò la sua decisione di salire/scendere in politica affermando che si sarebbe dovuto evitare che l'opera di salvataggio compiuta dal suo esecutivo fosse vanificata dal futuro governo. Disse "proseguire il percorso intrapreso" o qualcosa di simile.

Ecco, è passata qualche settimana e anche il professore ha iniziato a  raccontare che nel proseguire quel percorso si possono tagliare pesantemente IMU, IRAP e IRPEF.

Capito come funziona: si governa da tecnici, imponendo tasse (soprattutto sui ceti più svantaggiati), con lo spauracchio del paese in default, e poi ci si candida promettendo "Meno tasse per tutti". 




Berlusconi, la panchina rosa e la Shoah

Al memoriale della Shoah di Milano c'è una panchina rosa in memoria degli omosessuali vittime del nazismo. 
Ma Berlusconi non se ne è accorto, dormiva.

La Germania nazista deportò nei campi di concentramento migliaia di omosessuali, accusandoli di violazione dell'art. 175 cod. pen., che prevedeva il carcere per chi commetteva "atti sessuali innaturali con persone di sesso maschile o con animali".
Agli inizi vennero identificati da un bracciale giallo con al centro la lettera A (Anschficker=sodomiti). 
Successivamente, per aumentare il discredito e la derisione, vennero costretti a indossare un triangolo rosa al petto.
Le lesbiche, invece, essendo il divieto penale previsto solo per gli uomini, vennero arrestate per asocialità, con l'accusa di "sabotaggio socio-sessuale" e internate come pervertite insieme alle prostitute. Il loro contrassegno era un triangolo nero al petto. 

Poichè il regime considerava l'omosessualità una malattia degenerativa della razza ariana causata da disfunzioni genetiche o da disturbi patologici della personalità, cercava di "curarla" sottoponendo i gay a lavori forzati particolarmente duri,a cure psichiatriche e alla castrazione volontaria.
Per cercare la "cura" alla patologia, i medici dei campi sottoposero gli omosessuali a parecchi esprimenti pseudoscientifici.

A Buchenwald agli omosessuali classificati "incalliti" ("che amano lavorare a maglia o ricamare")vennero praticate incisioni all'addome attraverso le quali vennero loro iniettate massicce dosi di testosterone. L'80% di queste cavie da risocializzare non sopravvisse all'esperimento. 

A causa delle tremende condizioni di vita, aggravate anche dall'accanimento psicologico loro inflitto, il tasso di mortalità degli omosessuali internati nei campi fu elevatissimo e parecchi furono i suicidi (i dati ufficiali variano da 10.000 a 600.000 soggetti deceduti in ragione del criterio adottato per la classificazione: se solo omosessuali o anche appartenenti ad altri gruppi sterminati dai nazisti).

Purtroppo anche dopo la liberazione dei campi da parte degli alleati i triangoli rosa non riacquistarono la libertà. 
Infatti, americani e inglesi li classificarono come detenuti comuni e non consentirono loro di parificare alla detenzione gli anni trascorsi in internamento, così trasferendoli direttamente in carcere dai campi per scontarvi gli anni residui di condanna.

lunedì 28 gennaio 2013

Appello A.N.P.I.

Aderisco senza alcuna riserva all'appello dell'A.N.P.I., associazione alla quale mi fregio di appartenere.






A.N.P .I.
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA COMITATO NAZIONALE ____
APPELLO DELL’ANPI PER LE ELEZIONI DEL 24 E 25 FEBBRAIO
Per un’Italia rinnovata, nei valori dell’Antifascismo, della Resistenza e della Costituzione
“Non è il Paese che avevamo sognato”, abbiamo detto più volte - in questi anni - e ora, nell’imminenza delle elezioni politiche, c’è la seria speranza e la concreta possibilità di vedere realizzato quel sogno per cui tanti antifascisti, partigiani e cittadini si sacrificarono e morirono; di colmare il baratro che si è creato tra cittadini, istituzioni e politica; di riavvicinare il Paese a quegli ideali che furono alla base della Resistenza e, in seguito, della Costituzione. L’ANPI, dunque - in assoluta indipendenza e autonomia rispetto ai programmi che ognuno dei partiti riterrà di prospettare agli elettori - ritiene di riaffermare alcuni principi fondamentali per il futuro della democrazia, rivolgendosi ai partiti, alle istituzioni, ai cittadini, con l’autorevolezza che deriva dalla propria storia e dal suo impegno quotidiano, nella ferma convinzione che è indispensabile ritrovare un fondamento comune – come quello che fu alla base del lavoro dell’Assemblea Costituente – almeno su alcuni principi e su alcuni valori di fondo, tra i quali meritano di essere indicati:
o il rigore morale, nel pubblico e nel privato; o la correttezza e la dignità, nella politica e nel vivere civile; o la trasparenza nell’attività delle Istituzioni; o la “buona politica”, nel contesto della funzione che l’art. 49 della Costituzione assegna ai partiti; o l’impegno contro ogni forma di corruzione; o l’impegno diffuso contro ogni tipo di mafia e contro ogni tipo di connessione tra criminalità organizzata e
politica; o il rispetto nei rapporti tra i partiti e fra i singoli cittadini; o l’impegno diffuso contro ogni tipo di razzismo e di discriminazione e contro ogni rigurgito di fascismo
e di nazismo; o il lavoro, in particolare per i giovani. La Repubblica italiana è “fondata sul lavoro” e dunque proprio nella
realizzazione di questo principio deve ravvisarsi la priorità assoluta dell’azione pubblica e privata; perché senza lavoro, senza opportunità di lavoro, senza dignità e sicurezza nel lavoro, viene meno quello stesso sviluppo della persona umana;
o libertà, uguaglianza e dignità per le donne, delle quali va garantita la pari opportunità nell’accesso al lavoro e ai posti di responsabilità e per le quali va messa in atto una forte campagna contro ogni forma di violenza anche domestica. Chiediamo dunque ai partiti di assumere un solenne impegno, sui principi e sui valori qui sopra elencati. Rivolgiamo anche un appello alle cittadine e ai cittadini perché facciano in concreto quanto necessario per il rinnovamento del Paese, rendendosi conto che la sovranità popolare non ha senso alcuno se i titolari non la esercitano. Da ciò un invito forte alla partecipazione ed alla manifestazione della propria volontà attraverso il voto: rinunciare a manifestare la propria volontà, significa rinunciare a creare per se stessi, per i figli, per i nipoti, per le generazioni future, un avvenire di pace, di serenità e di giustizia sociale.

domenica 27 gennaio 2013

Appello ad Ambrosoli per una nuova legge regionale sull'acqua e sul Servizio Idrico Integrato

Oggi io e gli altri candidati di SEL alle elezioni regionali della provincia di Varese abbiamo firmato il seguente appello al Candidato Presidente della Regione per una nuova legge regionale sull'acqua e sul Servizio Idrico Integrato che sia diretta espressione della volontà manifestata dai cittadini con l'esito del Referendum dello scorso giugno 2011.


"Il Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati Acqua Pubblica ha lanciato un appello ai candidati Presidente della Regione Lombardia chiedendo il rispetto dell’esito dei referendum del giugno 2011 col quale i cittadini, in grandissima maggioranza, si espressero perchè l’acqua resti o ridiventi pubblica. Davvero.
Nell’appello si chiede l’impegno, nei primi cento giorni di governo della Regione, alla promulgazione di una legge regionale specifica sul governo e la gestione delle risorse idriche e dell’intero ciclo dell’acqua, evitando qualsiasi tentativo di mercificazione e di privatizzazione della gestione. Si chiede che il servizio idrico integrato (S.I.I.) venga classificato come un servizio pubblico locale di interesse generale, privo di rilevanza economica e che venga organizzato sulla base di ambiti territoriali ottimali (ATO) corrispondenti ai bacini idrografici.
Si chiede, inoltre, che le province, i Comuni e la Città metropolitana organizzino il S.I.I. affidandone la gestione a soggetti di diritto pubblico, promuovendone la gestione partecipata in un contesto di promozione e di governo dei beni comuni e del vivere insieme.
I candidati e le candidate di Sinistra Ecologia Libertà alle elezioni regionali della provincia di Varese condividono l’appello e chiedono al proprio candidato Presidente Umberto Ambrosoli di sostenerlo.
Questo appello ha tanto più valore nella nostra provincia, dove proprio in questi mesi si sta procedendo all’approvazione del Piano d’Ambito e alla scelta della forma di gestione che noi chiediamo assuma la forma dell'ente di diritto pubblico e non di una società di capitali. Perché solo così l’acqua resterà davvero pubblica, solo così ci saranno trasparenza e controllo, solo così ci sarà partecipazione. Solo così l’esito referendario sarà rispettato. Perché come giustamente scrivono i comitati per l’acqua pubblica, non solo di acqua stiamo parlando. Ma pure di democrazia."


Giulio Cavalli, Maria Bottini, Andrea Bagaglio, Cinzia Colombo, Francesco Liparoti, Marzia Giovannini, Luca Saibene.

Berlusconi e il Giorno della Memoria

Mi ero illusa, qualche mese fa, che di Berlusconi, finalmente, si sarebbe potuto non parlarne più, se non per ricordare gli anni bui e vergognosi del suo governo.

Il suo ennesimo ritorno in politica e, soprattutto, la sua nuova campagna elettorale ci costringono, invece, a  inorridire ancora.


Oggi, Giornata della Memoria, mentre la Cancelliera Merkel ha detto a chiare lettere che "la Germania ha una responsabilità permanente per i crimini del nazionalsocialismo per le vittime della seconda guerra mondiale e, soprattutto, per l'Olocausto", da parte sua, invece, il triste Silvio, ha riferito ai giornalisti che, tutto sommato, le leggi razziali imposte dai tedeschi furono la "peggiore colpa di Mussolini che, invece, per tanti altri versi, aveva fatto bene".


Detto ciò è entrato nella stanza delle commemorazioni ufficiali e .... si è addormentato.

Femminicidio: alcuni dati

Alcuni dati per avere un'idea dell'entità del fenomeno "femminicidi": le donne ammazzate da uomini (mariti, conviventi, fidanzati o ex) nel 2012 sono state 118 (una ogni due giorni e mezzo).

Il 79% degli autori sono di origine italiana e il 50% degli omicidi sono avvenuti al nord (25% al centro, 23% al sud e il restante nelle isole).

La fascia di età più a rischio sono le donne tra i 46 e i 60 anni e, nel 60% dei casi, il rapporto di relazione tra la vittima e l'assassino è quello di partner.

Il luogo dove è avvenuto l'omicidio è, nella maggioranza dei casi (38%), l'abitazione della vittima e il comportamento dell'autore subito dopo l'omicidio è stato nel 36% dei casi il suicidio e nel 31% la confessione.

Le banconote della Lega

Ma le Lega se li va proprio a cercare gli insulti!