giovedì 31 gennaio 2013

Che mal di pancia i rimborsi della regione

Non posso negarlo: la vicenda dei rimborsi ai gruppi consiliari della Regione Lombardia mi procura da ieri un terribile mal di pancia.

Hai voglia dirti che un conto è farsi rimborsare coi soldi pubblici il ricevimento di nozze della figlia e altro conto è pagare gli abbonamenti a Repubblica e Corriere della Sera per il gruppo.

Certo è che mi accorgo di essere sul punto di farmi prendere da un feroce attacco di qualunquismo, quello che poi ti porta a pronunciare la famigerata frase: "sono tutti uguali".

E allora, poichè non penso affatto che siano tutti uguali e voglio provare a capire e distinguere (prima che lo faccia la magistratura tra quattro o cinque anni) tra onesti, disonesti e semplici imbecilli, mi avventuro nello studio della legislazione lombarda in materia di rimborsi ai gruppi consiliari.

Sebbene faccia l'avvocato da una ventina d'anni e sia quindi piuttosto allenata a vagare tra le leggi, dopo un'ora trascorsa in rete e nel sito ufficiale della Regione, ho abbandonato l'impresa, sconfitta.

Non solo non sono stata in grado di trovare un documento (legge, regolamento, delibera consiliare) che spieghi, esattamente, quali siano le spese rimborsabili e quali invece no, ma, soprattutto, non sono stata in grado di trovare uno straccio di documento, tabella, foglio excel che dica a noi cittadini lombardi esattamente quanti, dei soldi che versiamo in tasse, vadano ai consiglieri regionali che eleggiamo e come, esattamente, vengano da loro spesi.

Eppure penso che a tanti altri come me piacerebbe saperlo.

Il dubbio è che qualcuno non ce lo voglia far sapere.

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