sabato 23 febbraio 2013

Il silenzio elettorale

Grandi festeggiamenti in famiglia quando ieri sera ho spiegato ai miei figli l'esistenza dell'art. 9 della legge elettorale, quello che impone il "silenzio" di qualsiasi forma di propaganda dal giorno precedente le elezioni.
In pratica, hanno capito che sarebbe stata l'ultima sera, dopo un mese di precarietà familiare, in cui avrebbero cenato (tra l'altro male) senza la presenza di uno o dell'altro genitore (in qualche raro caso, senza la presenza di entrambi).
Anche se si sono illusi (e, lo ammetto, non me la sono sentita di togliere loro questa speranza) che da ieri sera in poi, finalmente, gli argomenti dominanti i nostri pranzi e cene in famiglia non sarebbero più stati la politica o la campagna elettorale.
Perchè, hai voglia dir loro che tutto questo lo stiamo facendo per loro e riguarda il loro futuro. In realtà, forse avrebbero preferito dei genitori con meno velleità di partecipazione e di cambiamento sociale. 
Ieri sera il grande assente è stato il padre. Impegnato nell'ultima tornata di affissione di manifesti sui muri della città. E' rientrato nella notte, infreddolito e amareggiato.
Infreddolito per le insolite temperature di questa campagna elettorale d'inverno, la prima con la neve nella storia della repubblica (speriamo che sia almeno di buon auspicio) e amareggiato per l'ennesima prova di inciviltà e di spregio per le regole rappresentato dall'uso degli spazi elettorali da parte della stragrande maggioranza dei candidati e dei loro partiti.
Se le regole democratiche prevedono che ciascuno abbia il proprio spazio, preciso, numerato, ben individuato, con quale forma di arroganza, di violenza, di profonda inciviltà ci si permette di occupare lo spazio degli altri?
La speranza è quella di svegliarsi, da mercoledì mattina, in un paese diverso, dove i cittadini giudicheranno chi votare anche in base a questi comportamenti, così che ogni manifesto affisso fuori dagli spazi consentiti comporti, per reazione, l'automatica perdita di consensi e di voti. Perchè del resto, non è anche questa una concreta dimostrazione di incapacità di gestire la cosa pubblica con onestà, trasparenza e rispetto delle regole nell'interesse della collettività? Se inizio la mia carriera politica usurpando gli spazi degli altri, cosa sarò disposto a fare una volta seduto nella stanza dei bottoni?

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