giovedì 7 marzo 2013

una mattina qualunque in tribunale

Una mattina, come tante, di udienza penale in tribunale.
Oggi verranno trattati una trentina di processi e l'aula è gremita di cittadini (imputati, testimoni e parenti) e di avvocati.
Prima che inizi l'udienza arriva un imputato detenuto; accompagnato, manette ai polsi, da una scorta composta da quattro guardie carcerarie, viene rinchiuso nella gabbia presente in aula.
Alle nove, puntuale, si presenta in aula il giudice, accompagnato dal cancelliere. 
Tutti sono presenti, ma l'udienza non inizia.
Apprendiamo che si attende l'arrivo del pubblico ministero togato e ciò malgrado ci sia già in aula il pubblico ministero d'udienza (che, nel caso di specie, è un vice-procuratore onorario - ovvero uno tra le migliaia di avvocati che, quotidianamente in Italia, per sopperire alla cronica carenza di organico della magistratura, svolge le funzioni di pubblico ministero in udienza, gestendo la quasi totalità dei processi penali).
Se si attende l'arrivo in aula del Pubblico Ministero togato è perchè il processo da trattare sarà particolarmente delicato, mormorano tra loro gli avvocati, sicuramente riguarderà quell'imputato rinchiuso in cella. Chissà di quale delitto è accusato.
E finalmente, con un ritardo di oltre un quarto d'ora, si apre la porta e, con voluta solennità, sguardo severo e compreso, senza sorrisi nè saluti a nessuno, fa il suo ingresso in aula l'atteso pubblico ministero togato. Ovviamente non è solo; è accompagnato dal segretario personale che regge fascicolo, toga e facciola (il bavaglino bianco che si indossa insieme alla toga). 
A questo punto, in quest'aula, (senza contare gli avvocati e i semplici cittadini che, per essere presenti, hanno chiesto ferie o permessi dal lavoro) si ha la contemporanea presenza di ben 10 pubblici dipendenti, funzionari pagati dallo Stato per svolgere pubbliche funzioni: un Giudice, due pubblici ministeri, un cancelliere, un ufficiale giudiziario, un segretario del pubblico ministero e quattro guardie penitenziarie. 
Il giudice può dare inizio all'udienza. 
Con somma sorpresa, imputato del processo per il quale si è tanto atteso il pubblico ministero togato non è il detenuto - il quale se ne sta, infatti, seduto quieto nella sua gabbia guardandosi in giro incuriosito, circondato dalle guardie - ma riguarda invece una giovane e minuta signora che, chiamata dall'ufficiale giudiziario, va a sedersi al banco degli imputati accanto al suo avvocato.
Di quale crimine efferato sarà accusata questa signora, si chiede il pubblico, sempre più curioso.
E ben presto si scopre che il reato di cui è accusata la giovane donna è quello di essersi recata, un pomeriggio di sei anni prima, presso la scuola materna frequentata dai figli per riportarli a casa al termine delle lezioni e, alla presenza delle maestre, rivolgendosi a un piccolo compagno di classe della figlia che il giorno prima l'aveva morsicata al braccio di averlo minacciato dicendogli: "se morsichi ancora la mia bimba, ti strapperò tutti i dentini".
Il pubblico ministero togato, dopo aver svolto indagini durate parecchi mesi, dopo avere sentito i testimoni presenti ai fatti, delegando per tale incombente i Carabinieri, ha occupato l'udienza interrogando per oltre mezz'ora la giovane mamma, cercando con ogni mezzo di farla cadere in contraddizione.
Ora, questa lunga storia per dire: NON E' PIU' TOLLERABILE TUTTO QUESTO
La giustizia, soprattutto quella penale, dovrebbe essere una cosa seria. I soldi pubblici dovrebbero essere gestiti con rispetto e parsimonia. Non è tollerabile che si occupino magistrati, funzionari e dipendenti pubblici per celebrare processi farsa, per giudicare comportamenti, forse poco civili e poco corretti, ma che sicuramente nulla hanno a che vedere con la criminalità e con condotte penalmente rilevanti. I magistrati debbono svolgere funzioni di pubblica utilità, lavorare al servizio dello Stato, nell'interesse dei cittadini, per far rispettare la legge. E non dovrebbero mai perdere il senso di ciò che fanno e nell'interesse del quale operano e per il quale sono pagati.
E' una piccola storia. 
Accadono sicuramente cose più gravi e disdicevoli, ma, credetemi, non ne posso veramente più di vedere questa pessima gestione della giustizia.

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