martedì 29 gennaio 2013

Berlusconi, la panchina rosa e la Shoah

Al memoriale della Shoah di Milano c'è una panchina rosa in memoria degli omosessuali vittime del nazismo. 
Ma Berlusconi non se ne è accorto, dormiva.

La Germania nazista deportò nei campi di concentramento migliaia di omosessuali, accusandoli di violazione dell'art. 175 cod. pen., che prevedeva il carcere per chi commetteva "atti sessuali innaturali con persone di sesso maschile o con animali".
Agli inizi vennero identificati da un bracciale giallo con al centro la lettera A (Anschficker=sodomiti). 
Successivamente, per aumentare il discredito e la derisione, vennero costretti a indossare un triangolo rosa al petto.
Le lesbiche, invece, essendo il divieto penale previsto solo per gli uomini, vennero arrestate per asocialità, con l'accusa di "sabotaggio socio-sessuale" e internate come pervertite insieme alle prostitute. Il loro contrassegno era un triangolo nero al petto. 

Poichè il regime considerava l'omosessualità una malattia degenerativa della razza ariana causata da disfunzioni genetiche o da disturbi patologici della personalità, cercava di "curarla" sottoponendo i gay a lavori forzati particolarmente duri,a cure psichiatriche e alla castrazione volontaria.
Per cercare la "cura" alla patologia, i medici dei campi sottoposero gli omosessuali a parecchi esprimenti pseudoscientifici.

A Buchenwald agli omosessuali classificati "incalliti" ("che amano lavorare a maglia o ricamare")vennero praticate incisioni all'addome attraverso le quali vennero loro iniettate massicce dosi di testosterone. L'80% di queste cavie da risocializzare non sopravvisse all'esperimento. 

A causa delle tremende condizioni di vita, aggravate anche dall'accanimento psicologico loro inflitto, il tasso di mortalità degli omosessuali internati nei campi fu elevatissimo e parecchi furono i suicidi (i dati ufficiali variano da 10.000 a 600.000 soggetti deceduti in ragione del criterio adottato per la classificazione: se solo omosessuali o anche appartenenti ad altri gruppi sterminati dai nazisti).

Purtroppo anche dopo la liberazione dei campi da parte degli alleati i triangoli rosa non riacquistarono la libertà. 
Infatti, americani e inglesi li classificarono come detenuti comuni e non consentirono loro di parificare alla detenzione gli anni trascorsi in internamento, così trasferendoli direttamente in carcere dai campi per scontarvi gli anni residui di condanna.

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